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3 Gennaio

Cari amici, siamo nel nuovo anno che tutti aspettavamo con la speranza che si riveli alla fine un anno migliore di quello a dir poco ‘sfigato’ che ci siamo appena lasciati alle spalle. Per parte mia, anche nel nuovo anno vi tediarò con le solite considerazioni e i soliti grafici che ottengo dall’analisi dei dati pubblicati giornalmente dalla Protezione Civile. Come al solito, se avete dubbi sul significato dei vari tipi di grafici, potete cercare spiegazioni in questa pagina.

Vi anticipo che, nonostante le norme restrittive che il governo ci ha ‘inflitto’ durante le feste natalizie, la situazione non è molto cambiata negli ultimi giorni. Infatti i grafici che vedrete sono abbastanza simili agli ultimi che vi ho mostrato il giorno 28/12/2020.

I dati sul numero di ricoverati con sintomi Covid19 per ogni 100000 abitanti sono illustrati nella figura qui sotto

La classifica regionale odierna (grafico a sinistra) mostra il Veneto nelle prime posizioni, preceduto però da regioni di peso come il Piemonte e l’Emilia. La maggior parte delle regioni nel grafico a destra mostra tuttavia una tendenza alla decrescita (forte nel caso del Piemonte) o alla stabilità. Il veneto è in leggera crescita, ma il dato non sembra preoccupante.

La situazione del Veneto è invece preoccupante per quanto riguarda il numero di pazienti in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (figura qui sotto)

In effetti, quello che preoccupa seriamente non è tanto il dato giornaliero, illustrato dalla classifica regionale nel grafico a sinistra, quanto l’andamento di questo importante valore, che per il Veneto è decisamente in controtendenza rispetto alle altre regioni riportate nel grafico a destra.

Un altro parametro, cruciale per definire la situazione epidemiologica e nel quale il Veneto dimostra la sua anomalia, è il rapporto (nuovi positivi)/(tamponi effettuati).

La figura qui sopra vede il Veneto distaccare tutte le altre regioni sistematicamente (anche oggi; il dato del Trentino nel grafico a sinistra non fa testo), anche se bisogna purtroppo notare nel grafico a destra che tutte le regioni e l’Italia nel suo complesso sono in evidente risalita per quanto riguarda questo parametro, che ricordo essere strettamente correlato con l’indice di contagio R_t. Questo è a mio parere il dato che più degli altri deve farci riflettere, perché indica con chiarezza che le misure restrittive non hanno avuto finora l’effetto sperato.

Infine, il dato sulla mortalità vede ancora il Veneto spiccare sulle altre regioni (grafico a sinistra; anche in questo caso la Valle d’Aosta non fa testo), specie per l’andamento nel tempo del numero di decessi che anche in questo caso è in controtendenza (cresce) rispetto alle altre regioni.

28 Dicembre

Cari amici, dopo la pausa natalizia, durante la quale non ho voluto annoiarvi con le mie considerazioni sull’andamento dell’epidemia, mi rifaccio vivo per gli aggiornamenti sui dati pandemici pubblicati dalla Protezione Civile. La lunga pausa è servita anche per poter monitorare gli andamenti su una scala di più giorni, la qual cosa permette di evidenziare con maggiore robustezza i reali trends epidemiologici.

Tanto per evitare inutili preamboli, vi anticipo subito che, come già più volte detto negli ultimi aggiornamenti, la regione Veneto è ormai un “caso”, nel senso di presentare un’anomalia negativa rispetto a tutte le altre regioni. Infatti, in tutti i parametri che contano, il Veneto risulta la regione peggiore, se si eccettuano alcune regioni numericamente quasi irrilevanti, le cui grandi oscillazioni statistiche a volte danno l’ingannevole impressione di sopravanzare il Veneto nella classifica delle regioni peggiori. Come al solito, se avete qualche dubbio sul significato dei grafici potete far riferimento a questa pagina

Comincio allora col mostrarvi i dati relativi al rapporto positivi/tamponi, un parametro che, come ormai sapete, è strettante correlato all’indice di contagio R_t. Riguardo a questa correlazione, gli epidemiologi sostengono che, mentre il valore critico dell’indice di contagio (al di sotto del quale l’epidemia cala) è 1, il valore critico corrispondente per il rapporto positivi/tamponi è 10.

Il grafico a sinistra della figura qui sopra mostra la classifica regionale odierna del rapporto positivi/tamponi, mentre il grafico a destra mostra l’andamento di questo rapporto dai primi giorni di Dicembre per l’Italia nel suo complesso (linea nera), per il Veneto (linea blu) e per 4 delle regioni principali che seguono il Veneto nella classifica regionale. Due cose saltano all’occhio dall’esame della figura: (1) il Veneto è di gran lunga la regione peggiore in tutto il periodo analizzato (grafico a destra) e anche oggi 28/12 (il dato odierno della Valle d’Aosta è irrilevante essendo frutto di una fluttuazione statistica dovuta al piccolo numero di abitanti); (2) a partire circa dalla metà del mese di Dicembre, tutte le regioni (e ovviamente l’Italia nel suo complesso) mostrano una chiara risalita del rapporto positivi/tamponi che ormai risulta essere ovunque superiore al valore critico di 10.

Passo ora a mostrarvi i grafici del numero di persone in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (vedi figura qui sotto).

Come nel caso del parametro precedentemente analizzato, la classifica regionale (grafico a sinistra) vede primeggiare il Veneto, anche se la piccola regione Trentino, con il suo dato odierno (come in precedenza frutto di un capriccio statistico dovuto al piccolo numero di abitanti) sembra essere in una situazione peggiore del Veneto. Il grafico a destra mostra invece che tutte le regioni esaminate (a parte ovviamente il Veneto) hanno un andamento decrescente del numero di terapie intensive. Un esame più attento svela tuttavia che negli ultimi tre o quattro giorni alcune regioni (Lazio ed Emilia) hanno invertito il trend, mentre altre (Lombardia e Piemonte) stanno per farlo o sono in situazione di stallo. Se si tiene conto del fatto che l’andamento delle terapie intensive segue di solito quello dei contagi con un ritardo di una decina di giorni, il grafico a destra, insieme al grafico analogo sul rapporto positivi/tamponi, fa presagire che nei prossimi giorni avremo un aumento generalizzato delle terapie intensive.

Veniamo ora al dato ovviamente più triste, che è qello del numero dei decessi per ogni 100000 abitanti. In base al ragionamento precedente e tenendo conto del fatto che per i decessi il ritardo rispetto all’andamento dei contagi è di almeno un paio di settimane, ci aspettiamo di trovare un andamento ancora decrescente del numero di decessi.

In effetti, questo è quello che si osserva nel grafico a destra della figura qui sopra. La classifica regionale odierna del numero di decessi mostra che anche in questo caso il Veneto è tra le prime regioni, con un valore doppio rispetto alla media nazionale.

Volendo chiudere con una nota di speranza, vi mostro nella figura seguente l’andamento del numero di nuovi contagi (grafico a sinistra), confrontato con quello del numero di guariti (grafico a destra).

La nota positiva sta nel fatto che il numero di guariti è superiore o al più uguale al numero di nuovi positivi. Come già spiegato altre volte, questo è un segnale positivo perché indica che la pressione sulle strutture sanitarie non è in fase di aumento, almeno per ora.

Vi saluto augurandovi di passare il cambio d’anno in serenità, pensando che è quasi impossibile che l’anno che sta per iniziare possa essere peggiore di quello che ci stiamo lasciando alle spalle…. prosit.

20 Dicembre

Cari amici, oggi mi limiterò a mostrare i vari grafici senza fare commenti. Ormai conoscete il significato dei grafici. Se c’è qualcosa che non capite o non ricordate provate a guardare qui

17 Dicembre

Cari amici, a costo di sembrare monotono, mi rifaccio vivo per evidenziare ancora una volta la grave situazione del Veneto, la regione in cui risiedo da circa 50 anni e nella quale abitano tutti i miei affetti più cari. Al netto di tutte le comparsate e le asserzioni dei politici locali, del loro tentativo di addolcire la realtà, del grande lavoro svolto dal personale ospedaliero e della pur eccellente qualità del servizio sanitario, purtroppo nella mia regione le cose continuano a non andare affatto bene riguardo all’andamento della pandemia di Covid19. Questa mia presentazione spero possa convincere quelli che ancora tendono a sottovalutare quello che sta succedendo.

Bisogna rendersi conto che tutti i dati sono concordi nell’indicare che le mie affermazioni non sono esagerate. Comincio col confrontare la situazione del rapporto positivi/tamponi nel Veneto con quella delle altre regioni. la figura che segue riporta come al solito la classifica regionale odierna di questo rapporto, che, come ho più volte ripetuto, è strettamente correlato con l’indice di contagio R_t.

Ancora una volta, come ormai capita da troppi giorni (o settimane), il Veneto guida largamente la classifica, con un valore di questo rapporto di 22,49, molto più del doppio della media nazionale (9,84). Il fatto che questo primato non sia una fluttuazione statistica (casuale), bensì indichi una situazione stabilmente consolidata è suggerito dalla figura seguente, in cui l’andamento del rapporto positivi/tamponi nel Veneto viene confrontato con quello delle altre regioni del nord Italia.

Non serve commentare questa figura. Ognuno si può rendere conto da solo della situazione. Passo ora a mostrare in modo analogo l’andamento di un altro paio di parametri importanti perchè poco soggetti ad errori sistematici. Il primo è il numero di decessi normalizzato al numero di abitanti (per ogni 100000), di cui mostro qui di seguito la classifica regionale odierna e l’andamento nelle ultime settimane.

Anche per i decessi il Veneto ha dei numeri largamente superiori alla media nazionale, anche se in questo caso altre regioni mostrano una situazione simile.

L’altro parametro che voglio mostrare è il numero di terapie intensive Covid19, anch’esso normalizzato a 100000 abitanti. Come ho fatto per i due parametri precedenti, anche per questo parametro mostro qui di seguito la classifica regionale e l’andamento nelle ultime settimane.

Quello che qui mi preme farvi notare è che il Veneto, oltre ad avere nella giornata odierna un alto numero di pazienti in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (è secondo nella classifica regionale di oggi), è anche l’unica regione a mostrare una continua crescita. Tutte le altre regioni (a parte il Friuli, che è più o meno stabile) mostrano invece degli andamenti chiaramente decrescenti.

Infine, anche l’andamento del bilancio tra nuovi positivi e guariti non parla a favore del Veneto.

Quello che è notevole in questa figura è il fatto che il numero odierno di guariti e maggire del numero di nuovi contagi, sia per la Lombardia (circa 5000 guariti contro poco più di 2000 nuovi contagi), che per il Piemonte (più di 3000 contro meno di 1000). che per il Friuli (850 contro meno di 700). Questo vuol dire che la pressione sulle strutture ospedaliere sta diminuendo in Lombardia, in Piemonte e in Friuli. L’unica regione per cui il numero odierno di nuovi guariti è largamente inferiore a quello dei nuovi positivi è proprio il Veneto (circa 2000 contro quasi 4000). Ancora una volta i commenti sono inutili. I dati parlano da soli e in questo caso ci dicono che gli ospedali veneti si stanno sempre più riempiendo di malati Covid19.

13 Dicembre

Riprendo il discorso dell’altro ieri, in particolare le considerazioni che ho fatto sul rapporto positivi/tamponi in Veneto. Lo faccio mostrando solo due figure. Ecco la prima:

anche oggi, come nei giorni scorsi, il Veneto primeggia largamente sulle altre regioni con un valore superiore al 25%. Il buon Zaia sosteneva giorni fa che questo primato dipende dal gran numero di tamponi fatti in Veneto rispetto alle altre regioni. Eccovi allora la prossima figura:

Il grafico a sinistra mostra come il largo primato del Veneto, per quanto riguarda il rapporto positivi/tamponi, non è un evento casuale, dovuto cioè a fluttuazione statistica. Da più di due settimane il Veneto supera stabilmente e di gran lunga regioni di pari o maggiore importanza come la Lombardia e il Piemonte, ambedue in netta discesa. Il grafico a destra smentisce invece la favola raccontata da Zaia circa la rete a strascico usata in Veneto (gran numero di tamponi) e le retine da spiaggia usate in altre regioni (basso numero di tamponi). Guardate bene i grafici e… giudicate voi..!

Amici veneti, vi invito alla massima cautela durante le prossime festività natalizie. Anche se la sanità nella nostra regione è di buona qualità, con i numeri che abbiamo rischiamo veramente grosso nei prossimi mesi (e non mi piace fare la parte della Cassandra!)

11 Dicembre

“Cari amici vicini e lontani” (come diceva Nunzio Filogamo, il presentatore delle prime edizioni del Festival di Sanremo, nel 1951-52; ero molto piccolo!), oggi presenterò i miei grafici in un modo un po’ diverso dal solito, finalizzato ad evidenziare la grave situazione del Veneto nel confronto con quella di altre regioni. Il perché di questa scelta sta nel fatto che negli ultimi giorni tutti i numeri del Covid19 in Veneto sono peggiorati. Userò stavolta esclusivamente dei parametri normalizzati al numero di abitanti delle varie regioni, perché questo mi sembra il modo più corretto di fare i confronti.

Nella figura che segue comincio col mostrarvi la situazione del numero di ricoverati con sintomi Covid19

Il grafico a sinistra riporta la classifica regionale del numero di ricoverati per ogni 100000 abitanti. Come vedete il Veneto non è proprio nelle primissime posizioni di questa classifica. Guardando ora il grafico a destra, che mostra l’andamento di questo parametro a partire dalla fine di Ottobre, vi accorgete che le due più grandi regioni che precedono il Veneto (Piemonte e Lombardia) sono in una fase di decisa diminuzione, mentre il Veneto (insieme alla provincia di Trento, al Friuli Venezia Giulia ed alla Emilia-Romagna) si trova in una fase di stagnazione o addirittura di crescita.

Questa tendenza è ancora più accentuata se si considerano i dati relativi al numero di pazienti in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (figura qui di seguito)

Questa figura è simile alla precedente. Nel grafico a sinistra vedete la classifica regionale del numero di terapie intensive Covid19 per ogni 100000 abitanti. Rispetto alla classifica precedente, quella del numero di ricoverati, qui il Veneto risulta essere tra le regioni più problematiche (tenete conto del fatto che Trento e Aosta, avendo un piccolo numero di abitanti, soffrono più facilmente di fluttuazioni statistiche). Il grafico più preoccupante è tuttavia quello a destra, dal quale si vede che la situazione terapie intensive del veneto si sta velocemente aggravando (il numero cresce rapidamente), non solo rispetto a Lombardia e Piemonte, che hanno numeri in diminuzione costante, ma anche rispetto alle altre regioni riportate nel grafico.

La figura che segue mostra che anche per quanto riguarda il numero di decessi per ogni 100000 abitanti il Veneto occupa le prime posizioni nella classifica regionale (grafico a sinistra).

Il grafico a destra mostra invece l’andamento nel tempo del numero di decessi. Come si può vedere il Veneto mostra una costante crescita di questo numero. In questo caso però il Veneto è in buona compagnia, visto che anche le altre regioni riportate nel grafico (ad eccezione della Lombardia e, parzialmente, del Piemonte) sono in crascita.

Infine, il parametro che più di ogni altro evidenzia la criticità della regione Veneto, cioè il rapporto tra il numero di positivi e quello dei tamponi (vedi figura qui sotto)

Guardate il grafico a sinistra… ha un bel dire Zaia quando parla di retine piccole e di reti a strascico per giustificare l’alto numero di nuovi positivi nella sua regione. Nella quotidiana conferenza stampa dell’altro ieri (se non l’avete ascoltata vi consiglio di farlo!) lui sostiene che siccome le altre regioni fanno pochi tamponi (reti piccole) mentre il Veneto ne fa tanti (reti a strascico), è ovvio che qui in veneto si “pescano” più positivi. Il fatto è che la figura che avete appena visto mostra il RAPPORTO tra numero di positivi “pescati” e numero di tamponi fatti. Chiunque abbia un minimo di conoscenza della matematica sa che questo rapporto non dipende dalla dimensione della rete che si usa (dal numero dei tamponi). In linguaggio matematico si dice che questo rapporto è un “numero puro”. Questa è la situazione di oggi, ma il punto è che non si tratta di una fluttuazione statistica (casuale), cioè di una anomalia, ma di un dato ormai stabile da parecchi giorni. Si tratta cioè di una situazione consolidata. Il Veneto ha un rapporto positivi/tamponi che è stabilmente il doppio (o più del doppio!) della media nazionale e comunque svetta rispetto a tutte le altre regioni. Il grafico a destra mostra anche che, a differenza delle altre regioni esaminate (a parte la Puglia) questo rapporto continua a crescere e solo ora sembra dare qualche segno di volersi arrestare. Se ricordate che questo parametro è strettamente correlato con l’indice di contagiosità R_t, vi rendete facilmente conto di quanto la situazione del Veneto sia critica. In realtà, penso che attualmente il Veneto sia la regione che più di ogni altra merita attenzione e consiglia la massima cautela in vista delle prossime feste natalizie.

8 Dicembre

Cari amici, oggi aggiornerò questo mio sito con un solo grafico, quello della classifica regionale del rapporto positivi/tamponi, un parametro molto significativo perchè strettamente correlato con l’indice di contagio R_t. Il grafico è questo… e credo che non necessita di commenti:

Amici veneti, è vero che abbiamo la fortuna di avere una struttura sanitaria di prim’ordine, ma se non modifichiamo i comportamenti questo non basterà!

7 Dicembre

Cari amici, avrete ormai capito che la frequenza con cui aggiorno i dati è di 4-5 giorni. Questo per una duplice ragione: prima di tutto non sempre riesco a trovare il tempo per dedicarmi a questo aggiornamento (ho una famiglia numerosa!); secondariamente, piuttosto che presentare aggiornamenti quotidiani, che necessariamente sarebbero soggetti a variazioni statistiche casuali, conviene tenere d’occhio il trend, cioè lo sviluppo temporale dei vari parametri, e questo richiede che tra un aggiornamento e l’altro passino alcuni giorni.

Fatta questa premessa, passo al succo dell’aggiornamento. Oggi mi concentrerò prevalentemente su dati “normalizzati”, cioè quelli che tengono conto del numero di abitanti delle varie regioni esaminate. Prima di iniziare a mostrare i vari grafici, vi anticipo che purtroppo l’ottimismo che aveva improntato le mie ultime comunicazioni si è rivelato (almeno in parte) prematuro. Il trend positivo non è più così chiaro e in qualche caso ci sono evidenti peggioramenti della situazione, specie (mi dispiace doverlo constatare) per il Veneto e la Puglia.

Con le due figure che seguono comincio (come al solito) a presentare i dati che più influiscono sulla tenuta del sistema sanitario: il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive. In tutti e due i casi farò riferimento al numero di pazienti ogni 100000 abitanti.

La prima figura mostra gli andamenti dei due suddetti parametri per l’Italia nel suo complesso e per le solite quattro regioni sulle quali mi sono concentrato (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia). E’ abbastanza chiaro che, mentre per la Lombardia e la Sicilia (e anche per l’Italia nel suo complesso) la tendenza è alla discesa sia per il numero di ricoveri sintomatici che per le terapie intensive, per la Puglia e soprattutto per il Veneto non c’è alcun segno di discesa. Ciò non ostante, dalla seconda figura si può vedere come, se si guarda alla classifica regionale tenendo conto del numero di abitanti delle varie regioni, sia il Veneto che la Puglia non risultano essere (almeno per ora) tra le regioni più colpite.

Lo stesso si può dire del numero di deceduti (vedi il grafico a destra della figura che segue).

Il grafico a sinistra di questa figura mostra gli istogrammi dell’andamento del numero di deceduti a partire dalla fine di Ottobre. Ho voluto inserire questo grafico per mostrare quanto è ancora grave la situazione dal punto di vista del numero dei decessi. In particolare, potete notare nel grafico il picco di mortalità di qualche giorno fa (specie in Lombardia), che ha superato persino il massimo registrato nella prima fase della pandemia.

Le figure che seguono giustificano la mia affermazione iniziale circa il prematuro ottimismo che ho ostentato nei miei ultimi aggiornamenti. La prima figura confronta l’andamento del numero di nuovi positivi con quello dei guariti.

Nei due grafici qui sopra ho cercato di usare esattamente le stesse scale sia sull’asse orizzontale (data) che su quello verticale (numeri assoluti in scala logaritmica). E’ chiaro che il Veneto e la Puglia sono le regioni che, non solo non mostrano alcun miglioramento, ma anzi mostrano una crescita costante del numero di nuovi positivi, tale da far tramontare, almeno per ora, la speranza di un prossimo raggiungimento di questo numero da parte del numero di guariti.

Il secondo parametro che non sembra giustificare alcun ottimismo, almeno per le due regioni incriminate (Veneto e Puglia), è l’andamento del rapporto tra nuovi positivi e numero di tamponi effettuati (vedi figura qui sotto).

A dispetto di quello che si sente nei telegiornali regionali del Veneto e della Puglia, il grafico a sinistra ci riporta brutalmente alla verità: sia il Veneto che la Puglia mostrano una forte risalita di questo parametro, che (lo ricordo) è strettamente correlato col famoso indice di contagio R_t. Queste due regioni sono in evidente controtendenza conn le altre due presentate (Lombardia e Sicilia). Faccio notare inoltre che anche per l’Italia nel suo complesso, dopo una costante discesa ci sono segni di una risalita di questo indice. Il grafico a dastra non fa altro che confermare la poco rassicurante situazione del Veneto e della Puglia, che risultano rispettivamente prima e seconda nella classifica regionale di questo parametro.

Concludo invitando tutti (in particolare i Veneti) alla massima prudenza per le prossime festività.

2 Dicembre

Cari amici, dopo qualche giorno di assenza vi illustro stamattina (3/12/2020) i dati sul Covid19 in Italia, che ho scaricato ieri sera dal solito sito della Protezione Civile. Stavolta estenderò un po’ l’illustrazione, nel senso che, oltre ai dati globali dell’Italia e a quelli delle solite 4 regioni analizzate finora (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia), considererò anche i dati di alcune altre regioni, quelle più grandi che mostrano delle criticità.

Premetto che la situazione generale sta gradatamente migliorando. Tutti i parametri mostrano questo miglioramento generale. Tuttavia, mi dispiace dover notare che due delle regioni che mi interessano più da vicino, il Veneto (dove abito) e la Puglia (da cui provengo), sembrano purtroppo essere quelle più in ritardo nella tendenza al miglioramento, mostrando di essere piuttosto in una fase di plateau.

Ecco allora i dati per voi, come al solito rappresentati da grafici, il cui significato, se avete letto le mie considerazioni dei giorni precedenti,  dovrebbe ormai esservi familiare. Se non lo è, vi invito a consultare questa pagina.

Comincio con i due parametri che riguardano l’andamento nel tempo dell’aggravio numerico per le strutture sanitarie. il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive. Cominciamo col primo (grafici qui sotto)

Come vedete, oltre all’Italia e alle 4 regioni “storiche” (grafici a sinistra), ho riportato i dati di altre cinque regioni (Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Campania e Toscana). I grafici della prima figura illustrano l’andamento nel tempo del numero di ricoverati con sintomi, mentre quelli della figura inferiore riportano il corrispondente andamento degli incrementi percentuali rispetto ai dati di una settimana prima. Potete vedere come i numeri globali per l’Italia e quelli relativi a Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania e Sicilia sono in discesa e mostrano ormai un incremento percentuale (settimanale) nullo. Invece, la situazione in Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia non è del tutto positiva, mostrando una scarsa tendenza alla diminuzione e, quindi, degli incrementi settimanali ancora attorno al 4%.

Un discorso del tutto analogo vale per i numeri della terapia intensiva, illustrati dalle due figure che seguono.

In questo caso, tuttavia, i dati regionali sembrano più omogenei e la situazione appare in miglioramento un po’ in tutte le regioni. La classifica regionale normalizzata al numero per ogni 100000 abitanti, dei ricoverati con sintomi e delle terapie intensive è riportata nella figura che segue.

Il fatto che il Veneto e la Puglia siano le regioni per cui il miglioramento è ancora quasi impercettibile, risulta chiaramente dall’andamento del parametro che più degli altri è collegato al famoso indice R_t (indice di contagiosità), cioè il rapporto tra numero di positivi e numero di tamponi effettuati (vedi figura qui sotto).

Potete vedere come le uniche regioni nelle quali questo rapporto non mostra una tendenza alla diminuzione sono per l’appunto il Veneto e la Puglia, che infatti risultano essere le prime nella classifica regionale di questo parametro, con un valore quasi doppio rispetto al valore medio dell’Italia (figura che segue).

Stavolta anche il dato della mortalità, nonostante resti estremamente alto, mostra finalmente una tendenza all’appiattimento e in qualche caso anche alla decrescita (vedi figura che segue), con andamento abbastanza omogeneo tra le regioni e una preoccupante tendenza alla ulteriore crescita ancora in Lombardia, da sempre la regione più martoriata dal Covid19, specie per quanto riguarda la mortalità.

Penso tuttavia che non sia il caso di farsi troppe illusioni… il numero di decessi potrebbe restare alto ancora per diversi giorni, purtroppo.

28 Novembre

Cari amici, non ci sono cambiamenti di rilievo rispetto a qualche giorno fa, quando il 25/11 ho aggiornato l’ultima volta il sito. Le tendenze non sono cambiate, si sono solo stabilizzate e questo deve indurre a molta prudenza. L’impressione è che il virus sia in standby, in attesa che noi si faccia una mossa falsa per riprendere a dilagare a suo piacimento. Dunque… niente mosse false!

I grafici che presento sono simili a quelli già presentati l’ultima volta. Comincio col presentare l’andamento del rapporo nuovi_positivi/tamponi, che è un parametro chiaramente correlato con il famoso indice di contagio R_t.

E’ indubbiamente confortante vedere il suddetto rapporto continuare la discesa in Lombardia e globalmente in Italia. Noto però con preoccupazione che in Veneto e in Puglia la situazione è in stallo. Il rapporto positivi/tamponi non diminuisce.

Stesso discorso per il numero di ricoverati e per quello delle terapie intensive (figura qui in basso)

Riguardo a questi due parametri, anzi, il Veneto e la Puglia sono ancora in crescita, a differenza della Lombardia e dell’Italia nel suo complesso.

La prossima figura è ormai costantemente presente nelle mie analisi. La ragione, come ho già detto altre volte, è che ritengo il confronto tra gli andamenti dei nuovi positivi e dei guariti, molto importante per valutare la possibile criticità nella tenuta del sistema sanitario nazionale e regionale.

Anche in questo caso è confortante vedere come la Lombardia (la regione decisamente più colpita da questa pandemia) abbia superato in turn-over, cioè il momento in cui il numero giornaliero dei guariti supera quello dei nuovi positivi. Per l’Italia nel suo complesso i numeri attualmente si equivalgono, mentre per le altre tre regioni ancora non ci siamo.

Infine, il grafico che segue mostra che purtroppo il numero di decessi è ancora molto (troppo!) alto e, tranne che (ancora una volta) per la Lombardia, non ci sono segni convincenti che sia iniziata una discesa.

Non resta che sperare che le tendenze al miglioramento riscontrate per la maggior parte dei precedenti parametri si rifletta finalmente anche sul tragico dato dei decessi giornalieri (numeri da vera ecatombe!).