7 Dicembre

Cari amici, avrete ormai capito che la frequenza con cui aggiorno i dati è di 4-5 giorni. Questo per una duplice ragione: prima di tutto non sempre riesco a trovare il tempo per dedicarmi a questo aggiornamento (ho una famiglia numerosa!); secondariamente, piuttosto che presentare aggiornamenti quotidiani, che necessariamente sarebbero soggetti a variazioni statistiche casuali, conviene tenere d’occhio il trend, cioè lo sviluppo temporale dei vari parametri, e questo richiede che tra un aggiornamento e l’altro passino alcuni giorni.

Fatta questa premessa, passo al succo dell’aggiornamento. Oggi mi concentrerò prevalentemente su dati “normalizzati”, cioè quelli che tengono conto del numero di abitanti delle varie regioni esaminate. Prima di iniziare a mostrare i vari grafici, vi anticipo che purtroppo l’ottimismo che aveva improntato le mie ultime comunicazioni si è rivelato (almeno in parte) prematuro. Il trend positivo non è più così chiaro e in qualche caso ci sono evidenti peggioramenti della situazione, specie (mi dispiace doverlo constatare) per il Veneto e la Puglia.

Con le due figure che seguono comincio (come al solito) a presentare i dati che più influiscono sulla tenuta del sistema sanitario: il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive. In tutti e due i casi farò riferimento al numero di pazienti ogni 100000 abitanti.

La prima figura mostra gli andamenti dei due suddetti parametri per l’Italia nel suo complesso e per le solite quattro regioni sulle quali mi sono concentrato (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia). E’ abbastanza chiaro che, mentre per la Lombardia e la Sicilia (e anche per l’Italia nel suo complesso) la tendenza è alla discesa sia per il numero di ricoveri sintomatici che per le terapie intensive, per la Puglia e soprattutto per il Veneto non c’è alcun segno di discesa. Ciò non ostante, dalla seconda figura si può vedere come, se si guarda alla classifica regionale tenendo conto del numero di abitanti delle varie regioni, sia il Veneto che la Puglia non risultano essere (almeno per ora) tra le regioni più colpite.

Lo stesso si può dire del numero di deceduti (vedi il grafico a destra della figura che segue).

Il grafico a sinistra di questa figura mostra gli istogrammi dell’andamento del numero di deceduti a partire dalla fine di Ottobre. Ho voluto inserire questo grafico per mostrare quanto è ancora grave la situazione dal punto di vista del numero dei decessi. In particolare, potete notare nel grafico il picco di mortalità di qualche giorno fa (specie in Lombardia), che ha superato persino il massimo registrato nella prima fase della pandemia.

Le figure che seguono giustificano la mia affermazione iniziale circa il prematuro ottimismo che ho ostentato nei miei ultimi aggiornamenti. La prima figura confronta l’andamento del numero di nuovi positivi con quello dei guariti.

Nei due grafici qui sopra ho cercato di usare esattamente le stesse scale sia sull’asse orizzontale (data) che su quello verticale (numeri assoluti in scala logaritmica). E’ chiaro che il Veneto e la Puglia sono le regioni che, non solo non mostrano alcun miglioramento, ma anzi mostrano una crescita costante del numero di nuovi positivi, tale da far tramontare, almeno per ora, la speranza di un prossimo raggiungimento di questo numero da parte del numero di guariti.

Il secondo parametro che non sembra giustificare alcun ottimismo, almeno per le due regioni incriminate (Veneto e Puglia), è l’andamento del rapporto tra nuovi positivi e numero di tamponi effettuati (vedi figura qui sotto).

A dispetto di quello che si sente nei telegiornali regionali del Veneto e della Puglia, il grafico a sinistra ci riporta brutalmente alla verità: sia il Veneto che la Puglia mostrano una forte risalita di questo parametro, che (lo ricordo) è strettamente correlato col famoso indice di contagio R_t. Queste due regioni sono in evidente controtendenza conn le altre due presentate (Lombardia e Sicilia). Faccio notare inoltre che anche per l’Italia nel suo complesso, dopo una costante discesa ci sono segni di una risalita di questo indice. Il grafico a dastra non fa altro che confermare la poco rassicurante situazione del Veneto e della Puglia, che risultano rispettivamente prima e seconda nella classifica regionale di questo parametro.

Concludo invitando tutti (in particolare i Veneti) alla massima prudenza per le prossime festività.

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