Cari amici, oggi aggiornerò questo mio sito con un solo grafico, quello della classifica regionale del rapporto positivi/tamponi, un parametro molto significativo perchè strettamente correlato con l’indice di contagio R_t. Il grafico è questo… e credo che non necessita di commenti:
Amici veneti, è vero che abbiamo la fortuna di avere una struttura sanitaria di prim’ordine, ma se non modifichiamo i comportamenti questo non basterà!
Cari amici, avrete ormai capito che la frequenza con cui aggiorno i dati è di 4-5 giorni. Questo per una duplice ragione: prima di tutto non sempre riesco a trovare il tempo per dedicarmi a questo aggiornamento (ho una famiglia numerosa!); secondariamente, piuttosto che presentare aggiornamenti quotidiani, che necessariamente sarebbero soggetti a variazioni statistiche casuali, conviene tenere d’occhio il trend, cioè lo sviluppo temporale dei vari parametri, e questo richiede che tra un aggiornamento e l’altro passino alcuni giorni.
Fatta questa premessa, passo al succo dell’aggiornamento. Oggi mi concentrerò prevalentemente su dati “normalizzati”, cioè quelli che tengono conto del numero di abitanti delle varie regioni esaminate. Prima di iniziare a mostrare i vari grafici, vi anticipo che purtroppo l’ottimismo che aveva improntato le mie ultime comunicazioni si è rivelato (almeno in parte) prematuro. Il trend positivo non è più così chiaro e in qualche caso ci sono evidenti peggioramenti della situazione, specie (mi dispiace doverlo constatare) per il Veneto e la Puglia.
Con le due figure che seguono comincio (come al solito) a presentare i dati che più influiscono sulla tenuta del sistema sanitario: il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive. In tutti e due i casi farò riferimento al numero di pazienti ogni 100000 abitanti.
La prima figura mostra gli andamenti dei due suddetti parametri per l’Italia nel suo complesso e per le solite quattro regioni sulle quali mi sono concentrato (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia). E’ abbastanza chiaro che, mentre per la Lombardia e la Sicilia (e anche per l’Italia nel suo complesso) la tendenza è alla discesa sia per il numero di ricoveri sintomatici che per le terapie intensive, per la Puglia e soprattutto per il Veneto non c’è alcun segno di discesa. Ciò non ostante, dalla seconda figura si può vedere come, se si guarda alla classifica regionale tenendo conto del numero di abitanti delle varie regioni, sia il Veneto che la Puglia non risultano essere (almeno per ora) tra le regioni più colpite.
Lo stesso si può dire del numero di deceduti (vedi il grafico a destra della figura che segue).
Il grafico a sinistra di questa figura mostra gli istogrammi dell’andamento del numero di deceduti a partire dalla fine di Ottobre. Ho voluto inserire questo grafico per mostrare quanto è ancora grave la situazione dal punto di vista del numero dei decessi. In particolare, potete notare nel grafico il picco di mortalità di qualche giorno fa (specie in Lombardia), che ha superato persino il massimo registrato nella prima fase della pandemia.
Le figure che seguono giustificano la mia affermazione iniziale circa il prematuro ottimismo che ho ostentato nei miei ultimi aggiornamenti. La prima figura confronta l’andamento del numero di nuovi positivi con quello dei guariti.
Nei due grafici qui sopra ho cercato di usare esattamente le stesse scale sia sull’asse orizzontale (data) che su quello verticale (numeri assoluti in scala logaritmica). E’ chiaro che il Veneto e la Puglia sono le regioni che, non solo non mostrano alcun miglioramento, ma anzi mostrano una crescita costante del numero di nuovi positivi, tale da far tramontare, almeno per ora, la speranza di un prossimo raggiungimento di questo numero da parte del numero di guariti.
Il secondo parametro che non sembra giustificare alcun ottimismo, almeno per le due regioni incriminate (Veneto e Puglia), è l’andamento del rapporto tra nuovi positivi e numero di tamponi effettuati (vedi figura qui sotto).
A dispetto di quello che si sente nei telegiornali regionali del Veneto e della Puglia, il grafico a sinistra ci riporta brutalmente alla verità: sia il Veneto che la Puglia mostrano una forte risalita di questo parametro, che (lo ricordo) è strettamente correlato col famoso indice di contagio R_t. Queste due regioni sono in evidente controtendenza conn le altre due presentate (Lombardia e Sicilia). Faccio notare inoltre che anche per l’Italia nel suo complesso, dopo una costante discesa ci sono segni di una risalita di questo indice. Il grafico a dastra non fa altro che confermare la poco rassicurante situazione del Veneto e della Puglia, che risultano rispettivamente prima e seconda nella classifica regionale di questo parametro.
Concludo invitando tutti (in particolare i Veneti) alla massima prudenza per le prossime festività.
Cari amici, dopo qualche giorno di assenza vi illustro stamattina (3/12/2020) i dati sul Covid19 in Italia, che ho scaricato ieri sera dal solito sito della Protezione Civile. Stavolta estenderò un po’ l’illustrazione, nel senso che, oltre ai dati globali dell’Italia e a quelli delle solite 4 regioni analizzate finora (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia), considererò anche i dati di alcune altre regioni, quelle più grandi che mostrano delle criticità.
Premetto che la situazione generale sta gradatamente migliorando. Tutti i parametri mostrano questo miglioramento generale. Tuttavia, mi dispiace dover notare che due delle regioni che mi interessano più da vicino, il Veneto (dove abito) e la Puglia (da cui provengo), sembrano purtroppo essere quelle più in ritardo nella tendenza al miglioramento, mostrando di essere piuttosto in una fase di plateau.
Ecco allora i dati per voi, come al solito rappresentati da grafici, il cui significato, se avete letto le mie considerazioni dei giorni precedenti, dovrebbe ormai esservi familiare. Se non lo è, vi invito a consultare questa pagina.
Comincio con i due parametri che riguardano l’andamento nel tempo dell’aggravio numerico per le strutture sanitarie. il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive. Cominciamo col primo (grafici qui sotto)
Come vedete, oltre all’Italia e alle 4 regioni “storiche” (grafici a sinistra), ho riportato i dati di altre cinque regioni (Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Campania e Toscana). I grafici della prima figura illustrano l’andamento nel tempo del numero di ricoverati con sintomi, mentre quelli della figura inferiore riportano il corrispondente andamento degli incrementi percentuali rispetto ai dati di una settimana prima. Potete vedere come i numeri globali per l’Italia e quelli relativi a Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania e Sicilia sono in discesa e mostrano ormai un incremento percentuale (settimanale) nullo. Invece, la situazione in Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia non è del tutto positiva, mostrando una scarsa tendenza alla diminuzione e, quindi, degli incrementi settimanali ancora attorno al 4%.
Un discorso del tutto analogo vale per i numeri della terapia intensiva, illustrati dalle due figure che seguono.
In questo caso, tuttavia, i dati regionali sembrano più omogenei e la situazione appare in miglioramento un po’ in tutte le regioni. La classifica regionale normalizzata al numero per ogni 100000 abitanti, dei ricoverati con sintomi e delle terapie intensive è riportata nella figura che segue.
Il fatto che il Veneto e la Puglia siano le regioni per cui il miglioramento è ancora quasi impercettibile, risulta chiaramente dall’andamento del parametro che più degli altri è collegato al famoso indice R_t (indice di contagiosità), cioè il rapporto tra numero di positivi e numero di tamponi effettuati (vedi figura qui sotto).
Potete vedere come le uniche regioni nelle quali questo rapporto non mostra una tendenza alla diminuzione sono per l’appunto il Veneto e la Puglia, che infatti risultano essere le prime nella classifica regionale di questo parametro, con un valore quasi doppio rispetto al valore medio dell’Italia (figura che segue).
Stavolta anche il dato della mortalità, nonostante resti estremamente alto, mostra finalmente una tendenza all’appiattimento e in qualche caso anche alla decrescita (vedi figura che segue), con andamento abbastanza omogeneo tra le regioni e una preoccupante tendenza alla ulteriore crescita ancora in Lombardia, da sempre la regione più martoriata dal Covid19, specie per quanto riguarda la mortalità.
Penso tuttavia che non sia il caso di farsi troppe illusioni… il numero di decessi potrebbe restare alto ancora per diversi giorni, purtroppo.
Cari amici, non ci sono cambiamenti di rilievo rispetto a qualche giorno fa, quando il 25/11 ho aggiornato l’ultima volta il sito. Le tendenze non sono cambiate, si sono solo stabilizzate e questo deve indurre a molta prudenza. L’impressione è che il virus sia in standby, in attesa che noi si faccia una mossa falsa per riprendere a dilagare a suo piacimento. Dunque… niente mosse false!
I grafici che presento sono simili a quelli già presentati l’ultima volta. Comincio col presentare l’andamento del rapporo nuovi_positivi/tamponi, che è un parametro chiaramente correlato con il famoso indice di contagio R_t.
E’ indubbiamente confortante vedere il suddetto rapporto continuare la discesa in Lombardia e globalmente in Italia. Noto però con preoccupazione che in Veneto e in Puglia la situazione è in stallo. Il rapporto positivi/tamponi non diminuisce.
Stesso discorso per il numero di ricoverati e per quello delle terapie intensive (figura qui in basso)
Riguardo a questi due parametri, anzi, il Veneto e la Puglia sono ancora in crescita, a differenza della Lombardia e dell’Italia nel suo complesso.
La prossima figura è ormai costantemente presente nelle mie analisi. La ragione, come ho già detto altre volte, è che ritengo il confronto tra gli andamenti dei nuovi positivi e dei guariti, molto importante per valutare la possibile criticità nella tenuta del sistema sanitario nazionale e regionale.
Anche in questo caso è confortante vedere come la Lombardia (la regione decisamente più colpita da questa pandemia) abbia superato in turn-over, cioè il momento in cui il numero giornaliero dei guariti supera quello dei nuovi positivi. Per l’Italia nel suo complesso i numeri attualmente si equivalgono, mentre per le altre tre regioni ancora non ci siamo.
Infine, il grafico che segue mostra che purtroppo il numero di decessi è ancora molto (troppo!) alto e, tranne che (ancora una volta) per la Lombardia, non ci sono segni convincenti che sia iniziata una discesa.
Non resta che sperare che le tendenze al miglioramento riscontrate per la maggior parte dei precedenti parametri si rifletta finalmente anche sul tragico dato dei decessi giornalieri (numeri da vera ecatombe!).
Cari amici, oggi vi mostro come le indicazioni dei giorni scorsi circa una inversione di tendenza della pandemia in Italia sono confermate e sono ormai molto solide. Il picco è stato raggiunto e superato… ora siamo in discesa e speriamo che la discesa continui e non sia solo passeggera. Sopratutto, speriamo che le feste natalizie non producano una nuova inversione di tendenza verso l’alto. Veniamo ai grafici:
Il primo mostra l’andamento del rapporto nuovi_positivi/tamponi nell’ultimo mese e mezzo. Ho diviso la figura in due parti per renderla più leggibile.
Potete vedere che in tutte le regioni esaminate (e naturalmente per l’Italia nel suo complesso) l’indice di posività è ormai in veloce discesa, pur con qualche fluttuazione statistica. Questo è evidentemente legato all’introduzione delle restrizioni varate dal governo e dalle regioni qualche settimana fa. Tuttavia, la figura riportata qui di seguito vi mostra che nel Veneto e in Puglia questo parametro è ancora abbastanza alto.
La prossima figura riporta l’andamento dell’incremento (percentuale) settimanale di altri due parametri molto importanti per la tenuta delle strutture sanitarie: il numero di ricoverati con sintomi e quello delle terapie intensive.
Come vedete, a parte qualche fluttuazione in alcune regioni, tutti e due i parametri sono in forte discesa e gli incrementi sono prossimi allo zero.
Un’altra cosa importante da illustrare e che ultimamente mi piace monitorare, è il confronto tra il numero di nuovi positivi e quello dei guariti (figura qui di seguito):
I due numeri oramai si equivalgono e questo indica che il virus non riesce più a conquistare terreno. Infine la nota dolente delle morti, che sono ormai arrivate ai livelli massimi della prima ondata (vedi figura qui sotto)
Come al solito bisogna ricordare che i dati dei decessi rispecchiano la situazione di 10 o 15 giorni prima, quando la situazione dei contagi era decisamente peggiore.
Cari amici, dopo qualche giorno di pausa mi rifaccio vivo per presentarvi i dati della Protezione civile e le mie considerazioni basate sui dati degli ultimi giorni.
Pare che finalmente ci siamo..!! Abbiamo molto probabilmente raggiunto il picco di questa seconda fase della pandemia e ci sono segni abbastanza robusti che suggeriscono un’inizio di discesa. Ma bando alle ciance..!! Ecco i dati che voglio presentarvi stasera. Non starò a ripetere il significato dei vari grafici. Chi non abbia le idee chiare su questo può andare a consultare le spiegazioni in questa pagina.
Comincio col mostrarvi il grafico che più mi ispira pensieri positivi sul futuro: quello che mostra il confronto tra il numero di nuovi positivi e quello dei guariti. Vi avevo già mostrato questo grafico qualche tempo fa, dicendovi che il numero giornaliero di nuovi positivi sembrava fermarsi o addirittura scendere, mentre quello dei guariti saliva e avrebbe forse raggiunto l’altro. Bene.. ora ci siamo!
Dal grafico precedente potete vedere che, almeno per quel che riguarda la Lombardia e l’Italia nel suo complesso, i due numeri oggi più o meno coincidono. Per le altre tre regioni esaminate c’è ancora una differenza, ma il trend è ormai chiaro. Questo vuol dire che il numero di persone in cui il virus entra ogni giorno (grafico a sinistra) equivale a quello delle persone che nello stesso giorno è costretto a lasciare (grafico a destra).
I due grafici che seguono mostrano l’appiattimento (e in qualche caso la discesa) di due parametri cruciali per la tenuta dei sistemi sanitari regionali: il numero di persone ricoverate con sintomi e quello delle persone in terapia intensiva.
Come al solito, i grafici a sinistra illustrano l’andamento dei due parametri nelle ultime settimane, mentre quelli di destra mostrano come è variato nel tempo il loro incremento settimanale (in percentuale). Sia per il numero di ricoverati con sintomi che per quello delle terapie intensive, l’appiattimento delle curve di sinistra è evidente, il che nei grafici di destra corrisponde ad una discesa dal picco di incrementi settimanali raggiunto in precedenza. Per le terapie intensive ho riportato nel grafico a destra solo la Lombardia e l’Italia nel suo complesso perchè le altre tre regioni (Veneto, Puglia e Sicilia) mostrano dei grafici piuttosto rumorosi (irregolari).
Anche il rapporto tra nuovi positivi e tamponi effettuati si è ormai stabilizzato e mostra chiari segni di una tendenza a decrescere (vedi grafici in basso).
Infine i decessi..! Ebbene, anche per il numero di decessi finalmente c’è qualche nota positiva. Restano purtroppo sempre scandalosamente alti, ma anche qui siamo al picco e alla probabile inversione di tendenza.
Attenzione…!! Non sto dicendo che siamo fuori..!! Basta in questa fase una piccola distrazione, un rilassarsi immotivato, per riaccendere i fuochi e spalancare al virus una nuova prateria. Dobbiamo restare molto prudenti e resistere questi ultimi cinque o sei mesi, fino all’arrivo di questo benedetto vaccino! Coraggio!
Cari amici, dopo tre giorni di silenzio torno con voi per presentarvi nuovi dati e (speriamo!) nuove tendenze. Il motivo della pausa è la necessità di consolidare queste tendenze e renderle quindi più credibili. Oggi voglio appunto mettere l’accento su un’unico tema: quello della possibile (probabile?) inversione di tendenza verso una prospettiva meno tragica di quella che attualmente sembra prevalere. In altre parole… presenterò il lato positivo della vicenda italiana del Covid19, in tutte le sue sfaccettature, anche se alla fine non potrò fare a meno di menzionare il dato che resta (ahimè!) tragico: quello del numero di decessi.
Quasi tutti i grafici che vi presenterò stasera sono strutturati in due parti. Il grafico a sinistra vi mostrerà l’andamento di un certo parametro a partire più o meno dalla fine di Settembre. Il grafico a destra vi mostrerà, giorno per giorno, la variazione percentuale di quel parametro rispetto allo stesso giorno della settimana precedente. In questo modo potrete apprezzare il fatto che, anche se il parametro continua a crescere, la sua crescita è sempre più lenta.
Ma cominciamo col primo parametro, quello che ogni sera ci presentano per primo, come fosse il più indicativo: il numero di nuovi positivi. Come al solito, oltre che per l’Italia nel suo complesso, riporterò i dati per 4 regioni, due del nord Italia (Lombardia e Veneto) e due del sud (Puglia e Sicilia)
Il grafico sulla sinistra si spiega da sè. Esso mostra semplicemente l’andamento del numero di nuovi positivi giorno per giorno. Le linee che rappresentano questo andamento sono state leggermente “ripulite”, cioè smussate con un filtro che attenua il “rumore”. Il grafico di destra è invece un po’ più difficile da capire. Come dicevo in precedenza esso riporta dei valori percentuali; ci dice cioè di che percentuale è cresciuto il parametro rispetto al suo valore di una settimana prima. Per esempio, per la Lombardia (linea blu) il giorno 11/10 la percentuale risulta essere più o meno del 20%. Questo vuol dire che rispetto ad una settimana prima (4/10) il numero di nuovi positivi è cresciuto di circa il 20%. Nel punto di massimo della curva blu (circa il 18/10), la percentuale di crescita rispetto ala settimana precedente era di circa il 40%. Da allora quel giorno la curva ha cominciato a scendere e il suo valore attuale è di circa l’1%, cioè oggi il numero di nuovi positivi è circa l’1% più di una settimana fa. Per le altre tre regioni e per l’Italia nel suo complesso, le cose vanno più o meno nello stesso modo, pur con qualche oscillazione dovuta alla statistica più povera (la Lombardia è quella che ha sempre avuto il maggior numero di casi).
Per i grafici che seguono valgono gli stessi discorsi fatti per il grafico precedente.
Per esempio in grafico qui sopra si riferisce al numero totale di nuovi positivi. Anche in questo caso gli andamenti sono prima crescenti e poi decrescenti per l’Italia intera e per le 4 regioni esaminate, pur con diverse oscillazioni ed irregolarità, specie per Puglia e Sicilia, che hanno numeri più piccoli di quelli della Lombardia.
Le due figure che seguono illustrano le stesse curve per due parametri molto importanti: il numero di ricoverati con sintomi….
e il numero di ricoverati in terapia intensiva.
Gli andamenti dei grafici a destra (variazioni percentuali su base settimanale) sono in tutte e due le figure piuttosto “rumorosi”, tanto che per la figura relativa alle terapie intensive non ho riportato i grafici della Puglia e della Sicilia (troppo irregolari). Tuttavia, anche per questi due parametri, si capisce che le cose vanno in maniera analoga ai casi precedenti, cioè, dopo un primo aumento delle percentuali di crescita, si assiste ad una loro decisa diminuzione.
Infine, il rapporto tra il numero dei positivi e quello dei tamponi effettuati è l’ultimo importante parametro che presento per sostenere la tesi che le cose sono in via di miglioramento.
Anche per questo parametro, la Lombardia è la regione che svetta nel grafico a destra, sia per la fase di crescita che per quella di decrescita.
Veniamo ora alle “dolenti note”… il numero di decessi (figura in basso)
Questo parametro continua a crescere e sta quasi raggiungendo i valori massimi della prima ondata della pandemia (fine Marzo nel grafico a sinistra). Esso non mostra per ora segno di voler invertire la tendenza. Tuttavia, bisogna come al solito ricordare che i decessi seguono più o meno l’andamento degli altri parametri, ma con un ritardo di circa due settimane, che è il l’intervallo medio di tempo che intercorre tra il ricovero e l’eventuale decesso. Dunque… bisogna attendere per verificare che anche il numero di decessi cominci a mostrare una diminuzione.
In conclusione possiamo dire che i provvedimenti del governo e delle singole regioni cominciano a dispiegare i loro effetti. E’ necessario che si continui con costanza a rispettarli se si vuole che la nostra situazione sanitaria e la nostra economia non siano compromesse in maniera duratura… coraggio!
Cari amici, eccomi di nuovo stasera a presentarvi i dati della pandemia Covid19 in Italia, che ho scaricato dal sito della Protezione Civile. Nessun ottimismo fuori luogo, ma vi anticipo che i provvedimenti restrittivi del governo e di alcune regioni sembrano cominciare a dare i primi effetti.
I grafici qui sotto mostrano l’evoluzione temporale del numero di pazienti in terapia intensiva per le 4 regioni sotto esame e per l’Italia, dall’inizio della pandemia (figura a sinistra) e, in particolare, dalla fine di Settembre.
Il grafico di sinistra mostra che i livelli numerici attuali sono ormai confrontabili con il massimo riscontrato durante la prima ondata e questo è ovviamente motivo di grande preoccupazione. Tuttavia, il grafico di destra conferma chiaramente quello che già da alcuni giorni si poteva scorgere, che cioè l’aumento numerico sta rallentando in tutte le regioni.
dal grafico qui sopra si vede che la Lombardia è una delle regioni con il maggior numero di pazienti Covid19 in terapia intensiva.
Come ho fatto ieri vi mostro anche oggi, in una veste grafica diversa, un confronto che trovo interessante anche dal punto di vista numerico: quello tra la variazione del numero totale di positivi e l’evoluzione del numero di dimessi/guariti.
Il decrescere della variazione di positivi nel tempo insieme al parallelo aumentare del numero di dimessi/guariti è motivo di conforto riguardo all’evoluzione della pandemia e, insieme ai dati sulle terapie intensive, suggerisce che i primi effetti dei provvedimenti governativi comincino a farsi sentire.
Anche la percentuale di positivi trovati sui tamponi effettuati ogni giorno (rapporto positivi/tamponi), dopo l’impetuosa crescita riscontrata dala fine di Settembre, negli ultimi 10 giorni circa continua la sua fase di stabilizzazione e in qualche caso (Lombardia) comincia piano piano a decrescere.
La situazione odierna delle singole regioni per quanto riguarda il rapporto positivi/tamponi è mostrata nel grafico qui sotto.
Infine i decessi: anche per il numero di morti giornalieri, il grafico a sinistra della figura qui sotto mostra che siamo oggi in una situazione quasi analoga a quella del massimo della prima ondata della pandemia.
Tuttavia, anche in questo caso, dal grafico a destra possiamo ipotizzare una certa stabilizzazione del dato numerico, che fa ben sperare che nel giro di qualche settimana anche questo dato comincerà a scendere. La situazione odierna delle regioni è mostrata anche oggi nel grafico in basso
Cari amici, come potete vedere ieri non ho inserito alcun grafico. Il motivo è che dai dati odierni volevo avere conferma del fatto che finalmente ci sono i primi segni di un rallentamento dell’epidemia. Oggi, guardando questi dati penso di poter affermare che questo rallentamento c’è davvero, anche se non ci sono motivi per pensare di poter tirare un respiro di sollievo. Giudicate voi… e veniamo ai dati.
Il primo grafico che vi mostro è quello dell’andamento del numero dei ricoverati con sintomi a partire dai primi di Ottobre nelle solite 4 regioni (Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia) e in Italia.
Ovviamente non è molto diverso da quello che vi ho mostrato nei giorni scorsi, ma è interessante notare che prosegue la tendenza all’appiattimento delle curve per l’Italia e in particolare per la Lombardia. Questo è un segnale incoraggiante.
Qui vi mostro anche la classifica regionale del numero dei ricoverati con sintomi per ogni 100000 abitanti
Si vede che, delle 4 regioni esaminate, la sola Lombardia risulta avere un numero molto elevato di ricoverati con sintomi, mentre il Veneto e soprattutto la Puglia e la Sicilia occupano posizioni più defilate. E’ bene sottolineare che questo può non avere molto a che fare con la criticità delle strutture ospedaliere, che dipende dalla quantità e dall’efficienza delle stesse nelle singole regioni.
Dei grafici simili a quelli relativi al numero di ricoverati con sintomi si trovano anche per quanto riguarda il numero di pazienti in terapia intensiva, sia per quanto riguarda l’andamento nelle 4 regioni e in Italia a partire dai primi di Ottobre (qui sotto)
che per quanto riguarda la situazione odierna in tutte le regioni (qui sotto)
Anche in questo caso si conferma una certa tendenza all’appiattimento delle curve negli ultimi giorni.
Altra indicazione tendenzialmente confortante (almeno un po’) viene dal confronto degli andamenti di due quantità cruciali che, in un certo senso, vanno viste insieme, cioè la variazione giornaliera del numero di positivi e il numero giornaliero di persone dimesse e/o guarite
La tendenza alla stabilizzazione (o addirittura alla decrescita nel grafico a sinistra (variazione totale positivi) insieme alla crescita esponenzialmente crescente nel grafico a destra (numero giornaliero dei dimessi/guariti) fa ben sperare che presto le due quantità si equivarranno e che in seguito il numero di guariti supererà quello dei nuovi positivi.
Un altro dato in un certo senso confortante, anche se non sempre e non necessariamente significativo, è quello che riguarda l’andamento del rapporto tra il numero di positivi e quello dei tamponi effettuati (qui sotto)
Anche questo dato conferma che (forse!) il picco del contagio è stato raggiunto, almeno nelle 4 regioni sotto esame (grafico a sinistra) e nella media italiana (grafico a destra). Tuttavia il grafico qui sotto…
mostra che le percentuali sono ancora molto alte, stavolta anche nel Veneto (oltre che in Lombardia) e persino in Sicilia e Puglia. Questo ci induce a moderare decisamente l’ottimismo.
L’ottimismo sembra fuori luogo (almeno ad una prima occhiata) se si guarda invece all’andamento del numero dei decessi nelle 4 regioni e in Italia.
Il grafico qui sopra infatti mostra che la tendenza alla crescita globale del numero dei decessi in Italia è ancora forte, anche se negli ultimi giorni le 4 regioni sotto esame sembrano in leggera diminuzione. C’è comunque da ricordare che l’eventuale appiattimento e (sperabilmente) la decrescita di questo dato segue necessariamente quella dei contagi e dei ricoveri con un ritardo di 10-15 giorni.
Infine vi mostro la classifica regionale odierna del numero di decessi per ogni 100000 abitanti.
Oggi comincio col mostrarvi l’andamento del numero totale di positivi per l’intera Italia, per la Lombardia, per il Veneto, per la Puglia e per la Sicilia.
Come potete vedere, attualmente il numero totale di positivi in tutte le regioni mostrate (e naturalmente anche per l’intera Italia) è decisamente superiore al massimo riscontrato durante la prima ondata della pandemia. Tuttavia questo è almeno parzialmente imputabile al fatto che in questa seconda ondata si stanno facendo molti più tamponi che nella prima, dunque è naturale che si trovino molti più positivi.
Questo però non deve indurci ad un ottimismo che in questo momento sarebbe fuori luogo. Infatti i due grafici che seguono ci riportano alla dura realtà, perchè si riferiscono a quantità in un certo senso “assolute”. Il primo mostra l’andamento dall’inizio della pandemia del numero di ricoverati con sintomi.
Si vede che per l’intera Italia il numero attuale di ricoverati con sintomi e circa uguale a quello massimo riscontrato nella prima ondata della pandemia. Per la Lombardia e per il Veneto i numeri attuali risultano inferiori ai massimi della prima fase, mentre sia per la Puglia che per la Sicilia essi sono di gran lunga superiori.
Un discorso analogo si può fare per il numero di terapie intensive, il cui grafico è riportato qui sotto.
I due grafici precedenti ci confermano una cosa che già sapevamo, cioè che le regioni del sud (es. Puglia e Sicilia) sono ora in una situazione molto più grave di quella sperimentata durante la prima ondata, mentre le regioni del nord (es. Lombardia e Veneto) sono avviate a raggiungere la situazione di massima gravità già sperimentata nei mesi di Marzo-Aprile.
Il grafico che segue conferma la gravità della situazione attuale. Esso mostra l’andamento dei decessi (anche questo è un numero assoluto) dall’inizio della pandemia, per l’Italia intera, per il Veneto, per la Puglia e per la Sicilia.
E’ facile verificare che per il Veneto il numero di decessi quotidiani è ormai dell’ordine di quello registrato a Marzo-Aprile, mentre per la Puglia e soprattutto per la Sicilia i numeri sono già decisamente superiori. La media per l’intera Italia si avvia purtroppo a raggiungere i massimi registrati al picco della prima ondata.
Dunque amici… è inutile illuderci… se vogliamo venirne fuori ci toccherà nuovamente chiuderci in casa e aspettare che passi la tempesta. Facciamo finta che fuori ci sia un uragano. Passerà… e poi l’agognato vaccino è in arrivo!