27 Gennaio 2021

Cari amici, dopo una pausa di 10 giorni, rieccomi a voi per presentarvi i miei soliti grafici sull’andamento della pandemia di Covid19, basati sui dati che io scarico diligentemente dal sito della Protezione Civile. La lunga pausa è stata utile per poter apprezzare le tendenze in atto in modo da considerarle consolidate e quindi attendibili. Dico subito che la situazione generale è in miglioramento, con qualche sporadica eccezione. Le cose che più saltano all’occhio sono due: il drastico miglioramento del Veneto e la situazione piuttosto “tranquilla” della Lombardia. Il fatto che quest’ultima regione fosse tra quelle con una situazione meno preoccupante di altre era ben chiaro già 10 girni fa, quando avevo fatto il mio ultimo report, nel quale esprimevo meraviglia per il fatto che la Lombardia fosse finita in zona rossa, mentre il Veneto fosse rimasto giallo (all’epoca). Già allora era molto chiaro che nei dati della Lombardia c’era qualcosa che non funzionava. Di chi sia la responsabilità non sono ovviamente nelle condizioni di affermarlo. Tuttavia, vista la gestione piuttosto carente e a tratti ambigua della dirigenza (anche sanitaria) di quella regione, non mi stupirebbe che qualche grave distrazione sia potuta sfuggire anche in questo caso. L’ultima notazione che voglio fare prima di passare alla presentazione dei grafici, riguarda il numero di decessi quotidiani, che purtroppo scende molto, molto lentamente rispetto agli altri parametri, che sono in miglioramento. Anche se noi sappiamo che questa è una condizione “naturale”, dato che i decessi seguono in media di due o tre settimane i contagi e i ricoveri, il dato resta impressionante. Ma passiamo ai dati, ricordando come sempre che i chiarimenti che eventualmente dovessero essere necessari per la comprensione dei grafici possono essere trovati in questa pagina. Giova anche ricordare che, come sempre, quando si leggono i grafici bisogna fare riferimento ai colori usati di volta in volta per rappresentare le varie regioni, che, come ho già detto molte volte, possono cambiare (e di solito cambiano) da un grafico all’altro. Infine, quasi tutti i grafici che mostrerò si riferiscono ai numeri per ogni 100000 abitanti, cosa che rende la lettura molto più corretta.

Comincio col mostrare le classifiche regionali giornaliere e gli andamenti delle ultime settimane per 4 dei parametri che definiscono la maggiore o minore aggressività del virus e quindi anche la maggiore o minore pressione sulle strutture sanitarie. Oltre al numero di ricoverati con sintomi, di terapie intensive e di decessi, mostrerò oggi anche il numero totale di attualmente positivi al Coronavirus. Come al solito i grafici sulla sinistra delle varie figure illustrano le classifiche regionali (normalizzate al numero di abitanti) del giorno, mentre i grafici sulla destra mostrano gli andamenti delle ultime settimane per le regioni che risultano essere più interessanti in base alla classifica regionale. Di solito preferisco concentrarmi sulle regioni con il maggior numero di abitanti, per le quali le statistiche sono decisamente più significative.

Il numero di ricoverati con sintomi (figura qui sopra) è in discesa quasi ovunque, tranne che per il Friuli, che del resto risulta anche primo tra le regioni nella classifica odierna. Notevole il miglioramento del Piemonte e del Veneto nelle ultime settimane (grafico a destra).

Il numero delle terapie intensive (figura precedente) sembra invece piuttosto stabile (altalenante) nelle ultime settimane, con la notevole eccezione del Veneto (che è in decisa discesa) e, in misura minore, della Lombardia, anch’essa in discesa, ma meno ripida.

La migliore performance del Veneto è nel numero totale dei positivi (inclusi quindi quelli in isolamento domiciliare; figura qui sopra), dove, da una posizione di decisa preminenza nei primi giorni dell’anno, il Veneto passa in posizione defilata. Anche per questo parametro la tendenza generale è alla diminuzione (vedi andamento dell’Italia nel suo complesso), ma ci sono regioni, come la Puglia e la Sicilia, che mostrano invece una tendenza al rialzo.

Per quanto riguarda il numero di decessi (figura precedente), come dicevo prima, la situazione è abbastanza stabile (in Italia siamo a circa 0,7 decessi ogni 100000 abitanti), con l’eccezione del Veneto, anche qui in deciso miglioramento, e dell’Emilia, lievemente in discesa. C’è da notare tuttavia che queste due regioni restano quelle con il maggior numero di decessi ogni 100000 abitanti. Il caso odierno del Friuli rientra nelle fluttuazioni statistiche delle regioni con un numero di abitanti relativamente piccolo.

Come ho detto molte altre volte, il rapporto nuovi positivi/tamponi (figura precedente) è uno dei parametri più significativi perché legato all’indice di contagio R_t. Per questo particolare parametro le posizioni peggiori nella classifica regionale sono occupate da regioni del centro-sud, mentre Veneto, Lombardia e Piemonte sembrano decisamente in situazioni più “tranquille”. E’ da notare nel grafico a destra la spettacolare performance del Veneto nelle ultime settimane (sperando che non ci siano trucchi escogitati per giustificare cambi di colorazione!) e, comunque la tendenza generale è al miglioramento.

Infine, l’ultima figura confronta l’andamento nelle ultime settimane del numero di nuovi positivi con quello dei guariti (media degli ultimi 5 giorni). Questo confronto serve, come sapete, a stimare l’andamento della pressione sulle strutture sanitarie. Anche qui la situazione sembra in miglioramento, nel senso che il numero di guariti supera quello dei nuovi positivi. E’ tuttavia da notare che il numero di guariti risulta in forte discesa in Veneto e in Campania, regione dove esso è oggi ampiamente superato dal numero di nuovi contagi.

Vorrei infine far notare che, come dicevo all’inizio, in tutti i grafici che ho mostrato oggi, la Lombardia risulta essere tra le regioni che destano meno preoccupazione, collocandosi sempre in posizione migliore della media italiana, mentre il Veneto mostra quasi dovunque una situazione di deciso miglioramento, pur restando spesso nelle posizioni alte (peggiori) delle varie classifiche.

Lascia un commento