28 Dicembre

Cari amici, dopo la pausa natalizia, durante la quale non ho voluto annoiarvi con le mie considerazioni sull’andamento dell’epidemia, mi rifaccio vivo per gli aggiornamenti sui dati pandemici pubblicati dalla Protezione Civile. La lunga pausa è servita anche per poter monitorare gli andamenti su una scala di più giorni, la qual cosa permette di evidenziare con maggiore robustezza i reali trends epidemiologici.

Tanto per evitare inutili preamboli, vi anticipo subito che, come già più volte detto negli ultimi aggiornamenti, la regione Veneto è ormai un “caso”, nel senso di presentare un’anomalia negativa rispetto a tutte le altre regioni. Infatti, in tutti i parametri che contano, il Veneto risulta la regione peggiore, se si eccettuano alcune regioni numericamente quasi irrilevanti, le cui grandi oscillazioni statistiche a volte danno l’ingannevole impressione di sopravanzare il Veneto nella classifica delle regioni peggiori. Come al solito, se avete qualche dubbio sul significato dei grafici potete far riferimento a questa pagina

Comincio allora col mostrarvi i dati relativi al rapporto positivi/tamponi, un parametro che, come ormai sapete, è strettante correlato all’indice di contagio R_t. Riguardo a questa correlazione, gli epidemiologi sostengono che, mentre il valore critico dell’indice di contagio (al di sotto del quale l’epidemia cala) è 1, il valore critico corrispondente per il rapporto positivi/tamponi è 10.

Il grafico a sinistra della figura qui sopra mostra la classifica regionale odierna del rapporto positivi/tamponi, mentre il grafico a destra mostra l’andamento di questo rapporto dai primi giorni di Dicembre per l’Italia nel suo complesso (linea nera), per il Veneto (linea blu) e per 4 delle regioni principali che seguono il Veneto nella classifica regionale. Due cose saltano all’occhio dall’esame della figura: (1) il Veneto è di gran lunga la regione peggiore in tutto il periodo analizzato (grafico a destra) e anche oggi 28/12 (il dato odierno della Valle d’Aosta è irrilevante essendo frutto di una fluttuazione statistica dovuta al piccolo numero di abitanti); (2) a partire circa dalla metà del mese di Dicembre, tutte le regioni (e ovviamente l’Italia nel suo complesso) mostrano una chiara risalita del rapporto positivi/tamponi che ormai risulta essere ovunque superiore al valore critico di 10.

Passo ora a mostrarvi i grafici del numero di persone in terapia intensiva per ogni 100000 abitanti (vedi figura qui sotto).

Come nel caso del parametro precedentemente analizzato, la classifica regionale (grafico a sinistra) vede primeggiare il Veneto, anche se la piccola regione Trentino, con il suo dato odierno (come in precedenza frutto di un capriccio statistico dovuto al piccolo numero di abitanti) sembra essere in una situazione peggiore del Veneto. Il grafico a destra mostra invece che tutte le regioni esaminate (a parte ovviamente il Veneto) hanno un andamento decrescente del numero di terapie intensive. Un esame più attento svela tuttavia che negli ultimi tre o quattro giorni alcune regioni (Lazio ed Emilia) hanno invertito il trend, mentre altre (Lombardia e Piemonte) stanno per farlo o sono in situazione di stallo. Se si tiene conto del fatto che l’andamento delle terapie intensive segue di solito quello dei contagi con un ritardo di una decina di giorni, il grafico a destra, insieme al grafico analogo sul rapporto positivi/tamponi, fa presagire che nei prossimi giorni avremo un aumento generalizzato delle terapie intensive.

Veniamo ora al dato ovviamente più triste, che è qello del numero dei decessi per ogni 100000 abitanti. In base al ragionamento precedente e tenendo conto del fatto che per i decessi il ritardo rispetto all’andamento dei contagi è di almeno un paio di settimane, ci aspettiamo di trovare un andamento ancora decrescente del numero di decessi.

In effetti, questo è quello che si osserva nel grafico a destra della figura qui sopra. La classifica regionale odierna del numero di decessi mostra che anche in questo caso il Veneto è tra le prime regioni, con un valore doppio rispetto alla media nazionale.

Volendo chiudere con una nota di speranza, vi mostro nella figura seguente l’andamento del numero di nuovi contagi (grafico a sinistra), confrontato con quello del numero di guariti (grafico a destra).

La nota positiva sta nel fatto che il numero di guariti è superiore o al più uguale al numero di nuovi positivi. Come già spiegato altre volte, questo è un segnale positivo perché indica che la pressione sulle strutture sanitarie non è in fase di aumento, almeno per ora.

Vi saluto augurandovi di passare il cambio d’anno in serenità, pensando che è quasi impossibile che l’anno che sta per iniziare possa essere peggiore di quello che ci stiamo lasciando alle spalle…. prosit.

Lascia un commento